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Via Arsiero

 (La storia delle nostre vie)

 

 

Arsiero, comune veneto in provincia di Vicenza, è posizionato ai piedi dell’altopiano di Asiago ed è circondato dalle Piccole Dolomiti che durante la prima guerra mondiale, furono teatro di aspri combattimenti. 

Dopo la Strafexpedition (14-15 maggio 1916), quando gli austriaci provarono a sfondare il fronte italiano dando il via all’offensiva con il primo bombardamento a tappeto, questa località fu ridotta ad un cumulo di macerie. In seguito è stata ricostruita e le sue piccole industrie, cartiere e lanifici, già fiorenti prima del 1915, hanno ripreso le loro attività.

Alle spalle di questa città vi è il Monte Caviojo, detto anche Redentore perché nel 1900, proprio su quella cima, era stata innalzata una grande statua in legno ricoperta di piombo in onore del Redentore, una riproduzione di quella che sovrasta l'altare maggiore della chiesa principale di Arsiero. 

Distrutta nel 1916 durante la Prima guerra, ne venne duplicata un’altra simile alla precedente, ma più piccola, che venne posta sull’altare costruito in una grotta naturale, sotto la sommità del monte, simbolo della fede degli abitanti di quelle valli. Il comune di Arsiero ospita un cimitero militare attiguo a quello comunale, posizionato in un’area sopraelevata circondata da alte mura e collegata a quello urbano da un’ampia scala in marmo. 

Quell’area cimiteriale, che dipende dal Commissariato generale Onoranze ai Caduti in Guerra, è divisa in quattro settori separati da due ampi viali che si intersecano nella parte centrale dove in una vasta area circolare si erge un simbolico monumento ai caduti che sovrasta una tomba-ossario con la scritta: “Sotto questo monumento 403 italiani e 726 austriaci militi ignoti, affratellati nella morte, riposano in Dio”.

Quei martiri accomunati da quel triste epilogo, sono stati ricordati anche a Cornigliano che li volle onorare intitolandogli una via della delegazione, vicino alla parrocchia di Ss Andrea e Ambrogio.

La moderna Arsiero si estende su un terrazzo di antichi depositi alluvionali lasciati dalle valli dell’Astico e del Posina, due torrenti su cui prosperano altri paesi uniti tra loro dal dolce mormorio dell’acqua, la melodia degli uccelli e il grido delle aquile e, immersa in profumi e colori della flora locale, ne fanno una confortevole località turistica ricca di percorsi escursionistici e naturalistici frequentati da tanti amatori di quella piccola parte di paradiso terrestre.

 

 

                                        

Rosanna Robiglio

 

 

 

 

 

Questo articolo è stato pubblicato a novembre 2017 su

ilCorniglianese - Mensile indipendente di informazione e cultura

 

 

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