Via Angelo Bagnara
(La storia delle nostre vie)
Originaria di Quinto, la famiglia Bagnara, dopo essersi trasferita a Sestri Ponente, si dedicò all’innovativo progetto della creazione di cappelli di feltro.
Il primo laboratorio a conduzione famigliare fu caratterizzato da una produzione casalinga e venne aperto in un’ala della loro abitazione di viale Canepa.
Anche il figlio Angelo nato nel 1820 e cresciuto in quel familiare ambiente, ne acquisì tutta l’esperienza e la passione che gli ruotavano intorno e ben presto maturò la decisione di seguire le orme dei genitori facendone la sua principale attività.
Instancabile lavoratore, per ampliare quell’impresa sviluppatasi proprio quando il primo dopoguerra segnò una inevitabile crisi, Bagnara decise di trasferire il laboratorio nella più centrale via Paglia.
Pur essendo anni difficili, quel copricapo a forma cilindrica con feltri leggermente conici, fece breccia soprattutto in coloro che, orgogliosi, ne traevano un modo per distinguersi dalla quotidianità.
Ben presto quella moda si espanse e quei capi divenuti sempre più apprezzati fornirono un’ottima occasione di maggior sviluppo consentendo a quella piccola azienda di trasformarsi in una fabbrica in grado di assumere parecchia manodopera.
Quelle sue spiccate intuizioni commerciali si intrecciano con la storia di Sestri, e Angelo Bagnara, oltre che un importante imprenditore dell'economia locale, occupò posti di rilievo anche nell’amministrazione pubblica.
A lui fu conferita la carica di consigliere e assessore del comune, incarichi che ricoprì per circa trentacinque ininterrotti anni.
In quel periodo la cittadina si arricchì di numerose novità tra cui l’illuminazione a gas in tutto il quartiere e prese il via anche il Teatro Sociale di piazza dei Micone, edificato tra il 1840 e il 1847, poi sostituito col più moderno teatro Verdi.
Fra le molte opere benefiche fu anche istituito l’asilo infantile “Umberto e Margherita”, voluto per le famiglie più bisognose e quell’esempio si consolidò negli anni, anche coi suoi eredi che continuarono a sostenere, con iniziative sociali, la popolazione più bisognosa.
Intanto l’azienda per la sua raffinata produzione si affermò sempre di più e, dopo la sua morte avvenuta il 23 novembre 1885, a 65 anni di età, i figli che erano molto numerosi, si dedicarono all’ampliamento e la diversificazione dei prodotti separandoli in tre distinti settori e li trasformarono in ditte autonome.
In quel periodo la produzione dei cappelli passò sotto la guida di Giuseppe Borsalino di Alessandria, altro imprenditore di spicco che nel 1851 fece la sua prima esperienza lavorativa proprio a Sestri.
Borsalino lasciò Genova per trasferirsi ad Alessandria, sua città natale e quella produzione divenne famosa in tutto il mondo proprio col nome di “cappelli Borsalino”, mentre i fratelli Giglio e Callisto Bagnara si dedicarono ai negozi di tessuti, un complesso commerciale divenuto ormai una realtà consolidata nell'economia cittadina.
Con il boom economico degli anni ’60, anche le abitudini della gente cambiarono e per i giovani che volevano vestire alla moda, potevano soddisfare le loro esigenze visitando il nuovo reparto di confezione in via Sestri, luogo di classe in una via di passeggio che divenne ed è ancora oggi la strada del ponente della Moda.
Curiosamente non Sestri ma Cornigliano ha dedicato una via al capostipite illustre della famiglia Bagnara.
Rosanna Robiglio
Questo articolo è stato pubblicato a settembre 2016 su
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